La plastica nell'Artico proviene in gran parte dai vestiti in poliestere
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Uno studio canadese ha analizzato le particelle di plastica nell'Artico, scoprendo che il 73% di esse è costituito da poliestere proveniente da vestiti usati in tutto il mondo. I ricercatori hanno analizzato alcuni campioni raccolti tra i 2 e gli 8 metri di profondità in 71 siti del Nord America, del Nord Europa e direttamente nella regione polare. In alcuni casi, come nel Mare di Beaufort, tra Alaska e Canada, il campionamento è arrivato fino a 1.000 metri sotto la superficie dell'oceano. I dati indicano che in ogni metro cubo d'acqua ci sono 40 particelle di microplastica. Grazie ad uno spettrometro a infrarossi è stato quindi possibile analizzare la composizione di queste particelle. Nel 92,3% dei casi si tratta proprio di fibre di plastica, e nel 73,3% di poliestere.
L'abbondanza di particelle è correlata alla longitudine. Nell'Artico orientale è presente una quantità tre volte più importante della porzione occidentale. Le analisi indicano che le abitazioni e le stazioni di trattamento delle acque rilasciano microfibre che finiscono per inquinare l'Artico. C'è plastica in tutte le nostre vite. Per affrontare il problema, ognuno di noi potrebbe installare nelle nostre lavatrici un filtro, in grado di ridurre del 95% la perdita di fibre di poliestere. Possiamo anche scegliere abiti più robusti, che non perdano facilmente materia (e che, tra l'altro, durino più a lungo nel tempo). Tuttavia, non solo le abitudini dei consumatori, ma anche i metodi di produzione ei modelli di business delle aziende devono cambiare. (fonte: lifegate.it)
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